Soggettività e sistema sociale. Appunti per una psicosociologia dell'oppressione e della resistenza


Abstract


It
Il dualismo oppressore-oppresso, tema chiave del lavoro di Paulo Freire, continua a essere di grande attualità per le scienze sociali. E' del tutto evidente, infatti, che nelle società democratiche del mondo globalizzato le forme di oppressione non scompaiono, ma assumono forme sottili e ubiquitarie, che proprio perché meno immediatamente riconoscibili si rivelano particolarmente insidiose da riconoscere e contrastare. Riprendendo i concetti di dominio, violenza e oppressione, il contributo si sviluppa intorno a due linee di ragionamento. La prima, articolata attraverso l'analisi dei meccanismi psicologici dell'oppressione postulati da alcune teorie relativamente recenti della psicologia sociale, ruota intorno alla capacità del sistema normativo dominante di insidiarsi nella psiche individuale e collettiva, cristallizzando le relazioni tra gruppi di status diverso, legittimando lo status quo e persino trasformando gli oppressi in complici degli oppressori. La seconda linea di ragionamento sviluppa le implicazioni legate alla natura proteiforme dei processi di oppressione, illustrata attraverso l'esame di due fenomeni psicosociali: l'auto-oggettivazione sessuale delle donne e l'indebolimento della capacità di aspirare (così come elaborata dall'antropologo culturale Arjun Appadurai). Il saggio si chiude evidenziando gli elementi centrali di una psicologia della resistenza e del cambiamento sociopolitico, possibile grazie all'esistenza di minoranze attive e all'emergere, nella società globalizzata, di identità resistenziali e progettuali.
En
The oppressor-oppressed opposition, a key theme in Paulo Freire's work, is still of great interest for social sciences. It is quite evident that in the democratic societies of the globalized world oppression does not disappear, it rather assumes subtle and ubiquitous forms, which are particularly difficult to be recognized and countered. Based on the concepts of domination, violence, and oppression, this contribution develops two lines of reasoning. The first, articulated through the analysis of the psychological mechanisms of oppression posed by some relatively recent theories of social psychology, revolves around the ability of the dominant normative system to undermine individual and collective psyche, thereby crystallizing relationships between groups of different status, legitimizing the status quo, and even transforming the oppressed into accomplices of the oppressors. The second line of reasoning develops the implications of the protean nature of oppression through the examination of two psychosocial phenomena: the sexual self-objectification of women and the weakening of the capacity to aspire (as proposed by cultural anthropologist Arjun Appadurai). In the conclusions the central elements of a psychology of resistance and socio-political change are highlighted, along with the suggestion that resistance and social change are possible by virtue of active minorities, resistance identities, and project emerging identities.

DOI Code: 10.1285/i9788883051333p121

Keywords: oppressione; dominio; violenza; auto-oggettivazione sessuale; capacità di aspirare; oppression; domination; violence; sexual self-objectification; capacity to aspire

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