Πάθος e appello alla pietà: per una datazione di Lys. 24


Abstract


It
Aristofane (Vespe, vv. 563-574), testimonia come nei tribunali ateniesi, a volte all'interno dello stesso processo, per ottenere l'assoluzione, l'imputato facesse ricorso ad elementi sia comici, sia patetici: è quello che avviene nell'orazione di Lisia, Per l'invalido. Pertanto, questo lavoro indaga in che modo, nel testo lisiano, si faccia appello alla pietà, a partire dal confronto privilegiato con la Retorica di Aristotele, per l'ampia trattazione che di questo sentimento essa offre. Infine, l'emergere di significative corrispondenze fra i due testi, sia per quanto riguarda gli argomenti di cui l'invalido si avvale nella sua difesa, sia per quanto riguarda il suo carattere e la sua condizione sociale, porta a prendere in considerazione la possibilità che si debba rivedere la cronologia relativa delle due opere e, di conseguenza, la tradizionale attribuzione a Lisia del discorso.
En
Aristophanes (Wasps, ll. 563-574) testifies that in Athens, sometimes in the same trial, the defendant could resort both to humour and pathos in order to gain the acquittal. It is what we see in the lysianic speech On the Cripple. Then, I inquire how the pathos is dealt with, drawing the guide-lines to my work from Aristotle's Rhetoric, because it offers a wide and systematic discussion of this emotion. A significant number of correspondences among the two texts appears from this exam: the variety of topics in the cripple's defence, his character and condition can be widely included in the picture drawn by the philosopher. Based on these correspondences, I also explore the possibility of reviewing the relative chronology among the speech On the Cripple and Rhetoric, and, of consequence, the former's traditional attribution to Lysias.

DOI Code: 10.1285/i11245344v2015n1p55

Keywords: Lisia; Retorica; pietà; cronologia; Lysias; Rhetoric; pity; chronology

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