Il nodo gordiano. Psicologia della comunicazione non violenta come arma di mediazione


Abstract


It
In che cosa consiste la violenza nella comunicazione? È soltanto una mancanza di controllo di emozioni come il disprezzo e la collera, oppure ci possono essere anche forme subdole di vessazione e aggressività ancora più pericolose, proprio perché basate non sull’impeto di un momento, ma sulla pianificazione della sopraffazione? Nel contributo teorico qui proposto viene messa il luce la psicologia dei rapporti di potere nella comunicazione e nelle relazioni interpersonali. In che modo è possibile gestire conflitto e cooperazione in maniera non violenta, intendendo con questo non la diplomazia ambigua, ma la mediazione come arma per favorire la pace nel rispetto delle diversità? Attraverso un’ottica interdisciplinare, viene offerta una riflessione sulla comunicazione violenta e non violenta attingendo, da un lato, a modelli letterari, filosofici e cinematografici (da Sofocle a Tolkien, da Aristotele a Seneca), e, dall’altro, alle scienze cognitive, linguistiche e con un cenno ai risvolti educativi di un approccio comunicativo che abbia come finalità la mediazione e l’accoglienza del diverso l’esercizio di un potere coercitivo o manipolatorio.
En
What do we mean when we talk about communicative violence? Is it lack of emotional control in managing blame or anger, or some subtle forms of vexation and aggressiveness can be more dangerous, for grounding not on an impulse, but on a planned overthrow? This theoretical essay focuses on psychological dynamics in coping power within communication and interpersonal relationships. How can we manage both conflict and cooperation by means of a non-violent attitude,i.e., mediation as a tool to enhance peace and to respect the differences? According to an interdisciplinary perspective, a reflection on violent and non-violent communication is proposed, by involving both literature, philosophy, cinema (from Sophocles to Tolkien, from Aristotle to Seneca) and cognitive, linguistic, social sciences. At the end, the paper suggests some educational effects of a communicative approach aiming at promoting mediation and not manipulative power.

DOI Code: 10.1285/i17201632vXn16p35

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