Profili d’aula Ridefinire la pratica docente tra riflessione strutturata e IA


Abstract


Qual è l'essenza dell'insegnamento quando la disaffezione degli apprendenti mina la relazione pedagogica? Superare l'inerzia in aula non è solo un atto metodologico, ma un imperativo etico che modella pratiche che tentano di riattivare la motivazione e l'interesse. Una sfida cruciale da affrontare per la professione docente e da tematizzare nella formazione continua che si sposta da un focus su cosa portare in aula alla situazione-problema del come progettare ed agire in contesto.

Ponendo l'acquisizione e l'integrazione di pratiche riflessive come asse portante del ciclo di insegnamento-apprendimento, l'articolo documenta un self-study fenomenologico, narrando l'esperienza vissuta da un docente che ha indagato sistematicamente la propria prassi nel percorso d’aula, germinato e rimodellato da una routine riflessiva, e nel confronto con la comunità di pratiche docenti, un’occasione per interconnettere due piani solo apparentemente distinti (l'innovazione didattica e una consapevole routine di riflessione-in-azione). L'attività centrale – la progettazione e realizzazione in aula di profili Instagram immaginari per figure storiche – si candida a caso di studio replicabile per l'integrazione di competenze linguistiche, storico-culturali e digitali; accanto, prima e dopo l’aula, il laboratorio di riflessione e sperimentazione dei docenti rappresenta il tentativo in comunità, tra pari, di oggettivare l’azione didattica, analizzarla criticamente e modificarla, trasformando la pratica in un ciclo di ricerca-azione, con un processo di valutazione continua in cui la consapevolezza epistemologica (Schön, 1984; 1987) trasforma l'agire didattico in un percorso di costante ridefinizione  (Suphasri & Chinokul, 2021).

Il percorso non si limita all'analisi interna: l'esplorazione di un'alternativa progettuale suggerita da una Intelligenza Artificiale (Perplexity) ha innescato ulteriori riflessioni, condivise e negoziate, e aperto nuovi scenari per la comunità professionale; per l’osservatore esterno, l’esperienza vissuta, non di mera ricezione passiva di una proposta ricontestualizzabile di contenuti assortiti, ma il dialogo “fecondo” tra progettualità umana e supporto algoritmico lascia intravedere le potenzialità e i limiti della collaborazione tra IA e professionisti, suggerendo ponti verso l'esperienza dinamica (Franceschini, 2023) (Dewey, 1981), l'apprendimento trasformativo (Mezirok, 2016), il contesto socio-culturale (Vygotskij, 1978; Bruner, 1996).

Il presente contributo ricostruisce, con alcune seduzioni proprie dello stile diaristico, lo scenario entro cui si è snodato l’intero processo, scandendo le fasi di progettazione e attuazione, osservando con attenzione il docente in azione come progettista pedagogico-riflessivo, radunando elementi per una valutazione, se non critica, autentica della prassi educativa contemporanea.


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