MEDIETAS. Collana del Centro Studi Medievali Unisalento


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e-ISSN: xxxx-xxxx













“MEDIETAS” è il nome della collana editoriale interdisciplinare del CENTRO STUDI MEDIEVALI dell’Università del Salento: un’associazione scientifica e culturale senza fini di lucro di docenti ed ex-docenti dell’Ateneo salentino dediti a studi ed interessi scientifici su problemi e tematiche a vario titolo attinenti ai secoli del Medio Evo: concetto quest’ultimo da intendersi secondo un’accezione cronologica larga (che vada dal “Tardo Antico” al co-siddetto “Early Modern”) e con orizzonti geografici e spaziali che non comprendano il solo contesto europeo e mediterraneo, ma si rivolgano anche ad ambiti e realtà più esterne e lontane.
Il Centro e la Collana hanno in tal senso una vocazione dichiaratamente inter-, trans- e meta-disciplinare, e il nome “MEDIETAS” intende per l’appunto sottolineare l’intento di collocarsi ad un punto di incrocio e di incontro tra una molteplicità di approcci e di metodologie, che affrontino il Medio Evo nei suoi più diversi aspetti (storici, antropologici, economici, sociali, culturali, giuridici, filosofici, linguistici, letterari, artistici, architettonici, archeologici, geografici, ambientali, ecc. ecc.).
La collana è diretta da un Comitato Scientifico-Editoriale, coincidente con il direttivo del Centro Studi Medievali.
È prevista la possibilità che il Comitato Scientifico-Editoriale possa anche ampliarsi, aprendosi all’apporto di altri colleghi del Centro stesso, o di eventuali colleghi e studiosi di altre università o centri di ricerca italiani o stranieri.
Le pubblicazioni, selezionate e approvate in via preventiva dal Comitato Scientifico-Editoriale, potranno riguardare diverse tipologie: monografie e ricerche originali, atti di convegni, lavori miscellanei, studi in onore e altro. Per tutte le tipologie di pubblicazione che lo dovessero richiedere, è previsto che i testi, approvati dal Comitato Scientifico-Editoriale, vengano sottoposti a procedute di peer review e di referaggio (nelle modalità del cosiddetto “doppio cieco”).



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