Un poeta di retroguardia negli anni dell'avanguardia futurista
Abstract
En
The purpose of this study is to demonstrate, through the restoration of an unknown collection of verses by the poet Vincenzo Modoni (1883-1945), the rearguard position (or refusal of the avant-garde) of certain regional literature in the years between the two wars. The article intends first of all to document the rejection of Futurism by the author in question and the persistence in his texts of nineteenth-century positions (in the manner of Leopardi and Pascoli). Each text, verified philologically, is subjected to historical and stylistic analysis (with appropriate references to the sources).
It
Obiettivo del presente studio è dimostrare, attraverso la riproposizione di una sconosciuta raccolta di versi del poeta carpignanese Vincenzo Modoni (1883-1945), la posizione di retroguardia (o di rifiuto dell'avanguardia) di certa letteratura salentina negli anni dell'avvento del fascismo. L'articolo intende documentare anzitutto il rifiuto del futurismo da parte dell'autore in questione e il permanere nelle sue liriche di posizioni ottocentesche (alla maniera di Leopardi e Pascoli). Ogni testo, filologicamente accertato, è sottoposto ad analisi storica e stilistica (con gli opportuni rinvii alle fonti).
The purpose of this study is to demonstrate, through the restoration of an unknown collection of verses by the poet Vincenzo Modoni (1883-1945), the rearguard position (or refusal of the avant-garde) of certain regional literature in the years between the two wars. The article intends first of all to document the rejection of Futurism by the author in question and the persistence in his texts of nineteenth-century positions (in the manner of Leopardi and Pascoli). Each text, verified philologically, is subjected to historical and stylistic analysis (with appropriate references to the sources).
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Obiettivo del presente studio è dimostrare, attraverso la riproposizione di una sconosciuta raccolta di versi del poeta carpignanese Vincenzo Modoni (1883-1945), la posizione di retroguardia (o di rifiuto dell'avanguardia) di certa letteratura salentina negli anni dell'avvento del fascismo. L'articolo intende documentare anzitutto il rifiuto del futurismo da parte dell'autore in questione e il permanere nelle sue liriche di posizioni ottocentesche (alla maniera di Leopardi e Pascoli). Ogni testo, filologicamente accertato, è sottoposto ad analisi storica e stilistica (con gli opportuni rinvii alle fonti).
DOI Code:
10.1285/i20380313v33p263
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