Noi estranei a discussioni d'indole politica. Pietro Marti e il fascismo (Editoriale, Auguri e promesse, in "Fede", a. III, n. 1, 1 gennaio 1925)


Abstract


En
The contribution aims to highlight the attitude of the journalist Marti in the face of the Roman event of the "March" on the Capital City (1922) and the consolidation of the fascist regime, seen in the light of its journalistic production and of the literary and artistic dissemination, in Salento, in the works of the period 1919-1925. Figures such as those of his son Alberto, an early "squadrista", also emerge from the contribution. But Marti, for his solid secular conscience and for the strong urgency of intellectual freedom, analyzes events and people, with conferences and writings in which democratic-Risorgimento paths resurface. With the magazine "Fede" (1 December 1923) he aims at the moral and civil renewal of Italy and Salento, but then, after the enactment of the "special laws", he folds back, with "La Voce del Salento" (15 January 1926) on concrete problems dictated by the ancestral backwardness of the provincial structures. The parable of Pietro Marti's initial ideal adhesion to fascism will, therefore, fade in the face of the eternal urgencies of Salento, in the bitter realization of the unsolved problems of his land.
It
Il contributo punta a lumeggiare l'atteggiamento del giornalista Marti di fronte all'evento romano della "Marcia" sulla Capitale (1922) e al consolidamento del regime fascista, visti alla luce della sua produzione giornalistica e della divulgazione letteraria e artistica, nel Salento, nelle opere del periodo 1919-1925. Dal contributo emergono anche figure come quelle del figlio Alberto, squadrista della prima ora. Ma Marti, per la solida coscienza laica e per la forte urgenza di libertà intellettuale, analizza eventi e persone, con conferenze e con scritti in cui riaffiorano percorsi democratico-risorgimentali. Con la rivista "Fede" (1 dicembre 1923) punta al rinnovamento morale e civile dell'Italia e del Salento, ma poi, dopo l'emanazione delle "leggi speciali", ripiega, con "La Voce del Salento" (15 gennaio 1926) su problematiche concrete dettate dall'ar-retratezza atavica delle strutture provinciali. La parabola dell'iniziale adesione ideale di Pietro Marti al fascismo sfumerà, dunque, di fronte alle eterne urgenze del Salento, nell'amara constatazione delle problematiche irrisolte della sua terra.

DOI Code: 10.1285/i20380313v33p125

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