Tipologia junghiana e analisi dei miti: studio dei miti eroici
Abstract
It
Per comprendere il tipo di rapporto esistente fra la teoria della personalità di C. G. Jung e lo studio dei miti, degli archetipi, é necessario riflettere sul ruolo eminente che Jung ha svolto nell'ambito della psicologia contemporanea, ponendosi per questo in contrasto con il suo grande maestro S. Freud. In sostanza Jung ha sostituito all'inconscio individuale, di cui parlava Freud, l'inconscio collettivo, in cui sono contenuti gli archetipi, ossia quelle immagini ereditate dalla serie degli antenati e comuni a tutta l'umanità. Queste immagini (archetipi), che l'uomo ha ereditato dai suoi antenati, sotto forma di figure mitologiche, determinano il comportamento umano. Da qui scaturisce il grande merito di Jung per aver rivalutato il mito fino allora considerato da tanti intellettuali come una forma di pseudoconoscenza, dando così alla sua psicologia un taglio meno razionalista e per alcuni lati certamente sfavorevole al metodo scientifico, rivalutando le istanze religiose ed irrazionali della psiche. A portare Jung a queste conclusioni è stato lo studio dell'alchimia e dello gnosticismo. Molto importante per Jung è anche l'esplorazione del SÈ, considerato come la totalità di tutti i fenomeni psichici sia consci che inconsci; e, poichè nell'inconscio abbiamo le immagini archetipiche, la visione del proprio SÈ è una visione mitico-teologica e quindi archetipica. D. Miller considera l'esplorazione del SÈ come un "ritorno indietro" che si svolge in tre tappe: il ricordo, la contemplazione e l'amore. Quest'ultima tappa è quella più importante, perché l'amore, secondo Miller, è quel ponte che collega le immagini mitologiche alla vita reale. Il tempo (prima metà del '900) e il luogo (la Svizzera neutrale) in cui Jung visse ed operò, hanno svolto un ruolo molto significativo nelle sue riflessioni. Da quanto detto si può comprendere come il mito ricopra un ruolo importante nellíanalisi junghiana, e com'esista effettivamente una relazione molto stretta fra gli archetipi (miti) e lo studio del comportamento umano.
Per comprendere il tipo di rapporto esistente fra la teoria della personalità di C. G. Jung e lo studio dei miti, degli archetipi, é necessario riflettere sul ruolo eminente che Jung ha svolto nell'ambito della psicologia contemporanea, ponendosi per questo in contrasto con il suo grande maestro S. Freud. In sostanza Jung ha sostituito all'inconscio individuale, di cui parlava Freud, l'inconscio collettivo, in cui sono contenuti gli archetipi, ossia quelle immagini ereditate dalla serie degli antenati e comuni a tutta l'umanità. Queste immagini (archetipi), che l'uomo ha ereditato dai suoi antenati, sotto forma di figure mitologiche, determinano il comportamento umano. Da qui scaturisce il grande merito di Jung per aver rivalutato il mito fino allora considerato da tanti intellettuali come una forma di pseudoconoscenza, dando così alla sua psicologia un taglio meno razionalista e per alcuni lati certamente sfavorevole al metodo scientifico, rivalutando le istanze religiose ed irrazionali della psiche. A portare Jung a queste conclusioni è stato lo studio dell'alchimia e dello gnosticismo. Molto importante per Jung è anche l'esplorazione del SÈ, considerato come la totalità di tutti i fenomeni psichici sia consci che inconsci; e, poichè nell'inconscio abbiamo le immagini archetipiche, la visione del proprio SÈ è una visione mitico-teologica e quindi archetipica. D. Miller considera l'esplorazione del SÈ come un "ritorno indietro" che si svolge in tre tappe: il ricordo, la contemplazione e l'amore. Quest'ultima tappa è quella più importante, perché l'amore, secondo Miller, è quel ponte che collega le immagini mitologiche alla vita reale. Il tempo (prima metà del '900) e il luogo (la Svizzera neutrale) in cui Jung visse ed operò, hanno svolto un ruolo molto significativo nelle sue riflessioni. Da quanto detto si può comprendere come il mito ricopra un ruolo importante nellíanalisi junghiana, e com'esista effettivamente una relazione molto stretta fra gli archetipi (miti) e lo studio del comportamento umano.
DOI Code:
10.1285/i17201632vIIIn4-5p205
Full Text: PDF