Dai giuramenti alla deportazione: la posizione del Board of Trade and Plantations in merito alla questione degli Acadiani in Nuova Scozia (1713-1755)


Abstract


It
La pace di Utrecht (1713) ha rappresentato una sorta di spartiacque per la storia dell'America del Nord. A seguito di questo trattato, infatti, l'impero britannico ottenne il dominio su alcune regioni chiave dell'America settentrionale. Tra queste nuove acquisizioni, preziose dal punto di vista strategico e commerciale, vi erano sicuramente la baia di Hudson, già occupata durante il regno di Carlo II Stuart, e l'Acadia, colonia comprendente gli odierni Stati della Nuova Scozia e del Nuovo Brunswick, per molto tempo oggetto di attenzioni e dispute tra Francia e Inghilterra. L'Acadia, ribattezzata Nova Scotia a seguito del trattato, assunse un ruolo importante nel confronto tra colonie britanniche e Nuova Francia per l'egemonia sui territori nordamericani. Era una regione di confine, proprio a ridosso del cuore dell'impero francese, ed era popolata in maggioranza da coloni francesi e cattolici, gli Acadiani. Dover governare un possedimento con una popolazione composta per buona parte da coloni di lingua e cultura francese, nonché di religione cattolica, era sicuramente una situazione inconsueta per i britannici. La gestione di tale colonia fu oggetto di dispute e attenzioni tanto a Londra, quanto oltreoceano. Molti organi di governo si espressero su come tale possedimento dovesse essere amministrato. Tra le istituzioni che si pronunciarono su tale questione vi fu anche il Board of Trade and Plantations. I pareri che il Board espresse in merito ai destini della colonia e del popolo che la abitava si sarebbero rivelati particolarmente importanti. Tale organo, a ridosso della guerra dei sette anni, avrebbe infatti assunto un ruolo fondamentale nell'amministrazione della regione, sostenendo la necessità di mettere in atto il Grand dérangement o Great Upheval, ossia la sistematica deportazione degli abitanti francesi stanziati in Nuova Scozia. Solo così, a giudizio del Board, si sarebbe potuta ottenere una maggiore stabilità del governo britannico sulla colonia.
En
The peace of Utrecht (1713) was a sort of turning point in the history of North America. As a result of this treaty, the British Empire achieved the domination of some key regions of North America. Among these new acquisitions, of great strategic and commercial value, were certainly the Hudson Bay, already occupied during the reign of Charles II Stuart, and the Acadia, a colony that included the present states of Nova Scotia and New Brunswick. Acadia, renamed Nova Scotia after the treaty, assumed an important role in the clash between British colonies and New France for supremacy over North American territories. It was a border region, very close to the heart of the French Empire, and was mostly populated by French-Catholic settlers, the Acadians. To govern a possession with a population largely composed by settlers of French language and culture was certainly an unusual situation for the British. The administration of this colony was a matter of disputes both in London and in overseas colonies. Many political institutions expressed their opinions on how this possession should be administered. Among those institutions was the Board of Trade and Plantations. The Board's statements on the colony's fate were particularly important. This body, in the wake of the Seven Years War, assumed a fundamental role in the administration of the region, supporting the necessity of enacting the Grand Dérangement or Great Upheval, in other words the systematic deportation of the French inhabitants settled in Nova Scotia. In the Board's opinion, this deportation would have been the only way for the British Government to achieve more stability in the administration of the colony.

DOI Code: 10.1285/i11211156a34n1p39

Keywords: Impero britannico; Board of Trade; Acadia; Nuova Scozia; Grand dérangement; Great Upheval; British empire; Board of Trade; Acadia; Nova Scotia; Grand dérangement; Great Upheval

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