Il Galateo di Pietro Marti


Abstract


En
The written work on Salento's humanist De Ferrariis, known as the Galateo, underlines the continued attention in the frenetic activity of journalist Pietro Marti (1863-1933), witnessed in the production of works such as Origini e fortuna della Coltura salentina (1895) and above all Nella Terra di Galateo: frammenti di bibliografia, di storia e di arte salentina (1930), in which Marti had identified in Galateo a "corpus" of ideas of 15th century humanistic inspiration, which were well suited to his irrational journalism and strongly rooted in controversy, typical of his temper. Much of the memorial-divulgatory effort present in the dozens of newspapers founded and directed by Marti between the 18th and 19th centuries in Puglia and the same production of about forty monographic works dedicated to personalities of Salento in every area of knowledge, with particular attention to the historical, literary and artistic context, placing the journalist from Lecce in the ranks of those who wanted to safeguard and recover the archaeological heritage and represent the expression of the culture of Salento, as reiterated in the passionate pages of Ruderi e Monumenti nella Penisola Salentina (1932). The patriotic memoir writer Pietro Marti, as Regio Ispettore Monumenti and then director of the Bernardini Provincial Library in Lecce, had certainly identified the great representativeness of the doctor-philosopher De Ferrariis as the coryphaeus of excellence of Salento, strong with a firm memory and millennial culture.
It
Il contributo sull'umanista salentino De Ferrariis, detto il Galateo, sottolinea la continua attenzione nella frenetica attività del giornalista Pietro Marti (1863-1933), testimoniata nella produzione di opere come Origini e fortuna della Coltura salentina (1895) e soprattutto Nella Terra di Galateo: frammenti di bibliografia, di storia e di arte salentina (1930), nelle quali Marti aveva individuato in Galateo un "corpus" d'idee di ispirazione umanistica quattrocentesca, che ben si addicevano al suo giornalismo irruente e fortemente radicato alla nota "vis" polemica, tipica del suo temperamento. Gran parte dello sforzo di tipo memorialistico-divulgativo presente nella dozzina di giornali fondati e diretti da Marti tra Otto e Novecento in Puglia e la stessa produzione di una quarantina di opere monografiche dedicate a personaggi salentini distintisi in ogni ambito della conoscenza e del sapere, con particolare attenzione all'ambito storico, letterario ed artistico, collocano il giornalista leccese nella schiera di coloro che miravano alla tutela e al recupero del patrimonio archeologico e rappresentativo di ogni espressione della cultura del Salento, così come ribadito nelle appassionate pagine de Ruderi e Monumenti nella Penisola Salentina (1932). Lo studioso di memorie patrie Pietro Marti, in qualità anche di Regio Ispettore ai Monumenti e poi di direttore della Biblioteca provinciale "Bernardini" di Lecce, nella preziosa galleria di letterati, artisti e uomini di scienza studiati e strappati all'inesorabile voracità dell'oblio, aveva con certezza individuato la grande rappresentatività del medico-filosofo De Ferrariis come il corifeo della eccellenza di un Salento, forte di una salda memoria e cultura millenaria.

DOI Code: 10.1285/i20380313v23p223

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