Variabilità dimensionale e sviluppo dei caprovini in Italia durante l'età del Ferro


Abstract


It
Numerosi scrittori antichi documentano la presenza di varietà greche di bestiame nell'Italia meridionale, soprattutto in relazione a varietà di pecore dalla lana di particolare pregio. Tuttavia non sappiamo se queste siano derivate dall'importazione di bestiame associata all'arrivo di coloni greci o da varietà sviluppate a livello locale nella precedente età del Ferro. Obiettivo di questo contributo è quello di utilizzare dati archeozoologici per delineare ipotesi sui processi di sviluppo di varietà ovicaprine in Italia centro-meridionale nel corso dell'età del Ferro. Lo studio della dimensione degli animali, attraverso la misurazione delle ossa e il confronto dei dati dai diversi siti può dare indicazioni sulle forme di controllo delle specie allevate. Lo studio biometrico su campioni italiani ha fino ad oggi riguardato soprattutto l'identificazione delle altezze al garrese degli ovicaprini, che è resa possibile dall'uso di campioni di grandi dimensioni, mentre campioni più piccoli, analizzati in isolamento, rimangono poco significativi. Questo studio si propone una revisione dei dati biometrici da diversi siti italiani che permetta di utilizzare anche una base documentaria più ampia e completa, comprensiva di campioni con un numero relativamente basso di resti ossei e di misure. Sebbene in parte condizionate dalla differenza dimensionale che distingue i due sessi e dalla difficoltà di fare distinzione tra i due generi di pecora e capra, le analisi biometriche hanno rivelato la presenza di un incremento dimensionale negli ovicaprini nel corso dell'età del Ferro che coinvolse tutta Italia e probabilmente non solo le regioni interessate dalla colonizzazione greca.
En
The presence of Greek caprine varieties in southern Italy is described by Roman times, especially in relation to the development of breeds of much appreciated wool. However, we do not know if the caprine varieties that occurred in Magna Grecia and are described by ancient sources derived from imported livestock associated with the arrival of Greek colonists or from varieties developed locally in the previous Iron Age. Aim of this paper is to use zooarchaeological data to delineate hypotheses on the process of the development of caprine varieties and the mobility of livestock in central and southern Italy during the Iron Age. Innovations in animal husbandry and forms of breeding control brought about changes in the morphology and size of domestic animals can be detected biometrically. Biometrical analyses of Italian samples focused mainly on the identification of wither heights into large samples, while smaller samples, analysed in isolation, proved to be insignificant. This study proposes a revision of biometric data from different Italian Iron Age sites through the use of a more comprehensive and complete documentary, which can include samples with relatively small number of bones and measures. Although conditioned by the size difference that distinguishes the sexes and the difficulty of distinguishing between sheep and goat, nevertheless the biometric analysis carried out on Italian Iron Age contexts provided important results on the presence of size increase in caprines during the Iron Age that involved all of Italy and perhaps not only the regions affected by Greek colonization.

DOI Code: 10.1285/i9788883051487p127

Keywords: Ovicaprini; Italia centrale e meridionale; età del Ferro; Colonizzazione greca; Biometria; Sheep and goat; central and southern Italy; Iron Age; Greek Colonisation; Biometry

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