I micromammiferi di Grotta Mora Cavorso (alta valle dell'Aniene, Lazio) tra Pleistocene Superiore e Olocene. Nota preliminare


Abstract


It
Grotta Mora Cavorso è oggetto d'indagini archeologiche dal 2006 ed ha restituito reperti archeologici e faunistici che coprono, con qualche discontinuità, un intervallo di tempo di oltre 40 mila anni. Le più antiche testimonianze di frequentazione umana sono riferite all'Epigravettiano e sono seguite da vari livelli olocenici compresi tra il Mesolitico e il XVIII sec. d.C. Le associazioni a micromammiferi (Roditori, Soricomorfi e Chirotteri) del Pleistocene Superiore sono dominate da Microtus (Microtus) arvalis seguito da abbondante Arvicola amphibius e scarsi Apodemus (Sylvaemus) sylvaticus vel flavicollis. Seguono i livelli olocenici con Apodemus dominante, accompagnato da abbondante A. amphibius, roditori arboricoli e Microtus (Terricola) savii, mentre M. arvalis scompare. Le indicazioni ambientali suggerite dai micromammiferi sono in accordo con quelle fornite dai grandi mammiferi (con lepre e grandi roditori): nei livelli pleistocenici sono abbondanti la marmotta, il cervo, lo stambecco e il camoscio; nell'Olocene compaiono gli animali domestici e, tra i mammiferi selvatici, sono abbondanti il cinghiale, il cervo e il capriolo. I Chirotteri sono anche buoni indicatori per la ricostruzione del microclima ipogeo. I Roditori forniscono anche informazioni cronologiche, particolarmente per i livelli 4 e 6. La presenza nell'Olocene di M. arvalis aggiunge nuove informazioni sulla distribuzione geografica di questa specie nel passato.
En
Excavations at Grotta Mora Cavorso have been ongoing since 2006. The archaeological and faunal remains recorded refer, with some discontinuities, to a time interval of over 40,000 years. The most ancient traces of human frequentation are referred to the Epigravettian period, followed by various Holocene layers ranging between the Mesolithic and the 18th century AD. The micromammal (rodents, soricomorphs and bats) assemblages from the Late Pleistocene layers are dominated by Microtus (Microtus) arvalis, followed by abundant Arvicola amphibius and scarce Apodemus (Sylvaemus) sylvaticus vel flavicollis. Apodemus is dominant in the Holocene layers, accompanied by abundant A. amphibius, arboreal rodents and Microtus (Terricola) savii, while M. arvalis disappears. Environmental indications provided by the micromammals are consistent with the large mammals (including the hare and the large rodents): Late Pleistocene layers are characterized by abundant marmot, red deer, ibex and chamois; in the Holocene, domestic animals make their appearance and, among the wild mammals, wild boar, red deer and roe deer are abundant. The bats are also good indicators for reconstruction of hypogean microclimate. Rodents also provide chronological information, especially for Layers 4 and 6. The occurrence of M. arvalis in the Holocene adds new information on the geographical distribution of this species in the past.

DOI Code: 10.1285/i9788883051487p37

Keywords: Micromammiferi; Ecologia; Biogeografia; Cronologia; Attività umane; Micromammals; Ecology; Biogeography; Chronology; Human activities

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